Stando a un inedito documento, il tondo venne trasferito dalla chiesa di Donnaregina Vecchia nel 1802, in seguito alla caduta di un fulmine. L’opera coronava l’architrave del perduto monumento funebre ai coniugi Colantonio Caracciolo detto “lo Sfregiato”, e Maria Caracciolo, commissionato nel 1506 allo scultore Tommaso Malvito da Como da Galeazzo Caracciolo primo marchese di Vico, loro figlio, ed eseguito con ampia partecipazione della bottega del Comasco. Il disegno del monumento, che secondo l’epigrafe originaria venne completato nel 1511 (tre anni dopo la morte dello scultore), prevedeva cinque tondi marmorei, recanti l’effigie del committente, l’arme dei due Caracciolo e, plausibilmente, l’e-pigrafe dedicatoria, oltre al rilievo superstite; il monumento, inoltre, era dotato di un sedile, che, probabilmente, in virtù delle caratteristiche predette, lo rendeva tipologicamente assai simile al monumento funebre a Galeazzo Pandone in San Domenico Maggiore, completato da Andrea Ferrucci da Fiesole pochi anni più tardi (1512-13 ca.)..