L’urna, priva del coperchio e a pianta quadrata, presenta sui lati, lungo i margini, una semplice modanatura, realizzata da un listello piatto e da una gola rovescia. Sul bordo superiore interno è un listello rialzato per l’incasso del coperchio. L’esemplare, appartenente a una serie nota di cinerari diffusi nelle necropoli laziali e campane, appare come un prodotto urbano inizio I secolo d.C., giunto in città in seguito ai traffici commerciali d’età medievale per essere riutilizzato. La presenza del foro praticato nella parte bassa della fronte denuncia un reimpiego dell’urna come lavamani (si conserva ancora un frammento della fistola di piombo per l’acqua) secondo una consuetudine che va dal Medioevo fino a tutto il ’500.