La scultura rappresenta San Francesco Saverio (patrono di Napoli dal 1656), con un mantello corto sopra l’abito nero dei gesuiti, che converte due giovani indiani. Compagno di Ignazio di Loyola, fin dalle origini della Compagnia di Gesù, il sacerdote spagnolo nel 1541 partì per le Indie, giungendo a Goa e la presenza delle conchiglie sull’abito allude appunto al suo ruolo carismatico di pellegrino-missionario. L’analisi stilistica permette di registrare una cultura tardo-barocca nella sua fase di lento dissolvimento: appartiene ancora al repertorio plastico del ‘700 avanzato la tipologia del Santo nella sua essenzialità di gesti eleganti e compassati, mentre i due indigeni rievocano i mori delle ambascerie orientali dei presepi.