Ecco una delle iconografie della Vergine più care alla devozione locale e più diffuse nella pittura napoletana, già a partire dal tardo ‘400 a seguire, specie dopo la peste del 1526: la Madonna delle Grazie (o delle anime purganti), raffigurata in gloria e col Bambino, si preme con la mano il seno sinistro dal quale sgorgherà il suo latte, simbolo della stessa grazia divina. Gesto di carità, “pioggia miracolosa di vita” per dar refrigerio alle anime sofferenti nei tormenti del Purgatorio. Da evidenziare, sia nella Vergine sia in San Gennaro, un uso esuberante del colore, impiegato nelle lucide lacche rosse e rosate, negli originali accostamenti cromatici e nel senso tattile dei materiali, delle stoffe e dei gioielli. Il giovane Gennaro regge la teca che contiene il suo sangue mentre inusuale è l’iconografia della santa tradizionalmente identificata come Sofia.