Museo Diocesano di Napoli
In occasione dell’apertura del Museo Diocesano di Napoli, che si snoda all’interno della chiesa barocca rimasta chiusa per molti anni, sono ritornate opere di grande pregio come l’Annuncio e l’Immacolata Concezione del 1646, del lorenese Charles Mellin, nella prima cappella a sinistra; San Francesco che riceve i simboli della beatificazione e della santità, rara iconografia del Solimena, nella terza cappella a destra; e la tenera Madonna con Bambino di Massimo Stanzione, posta nella sacrestia.Il percorso museale è composto dai temi significativi della fede cristiana vissuta e manifestata nella Chiesa Napoletana: al piano navata, si trova la rappresentazione di “San Gennaro”, patrono di Napoli e la raffigurazione di “Maria”, modello di vita per i cristiani.
Al piano superiore il primo tema è quello del “Mistero e Sacrificio del Cristo”, seguito da quello dei “Martiri” e poi dalla “Vita consacrata” di quanti hanno manifestato la Fede attraverso il monachesimo o gli ordini religiosi.
Questi temi della Cristianità trovano descrittori formidabili in pittori come Andrea Vaccaro, Paolo de Matteis e Luca Giordano; ma anche, nel fiammingo Teodoro d’Errico, in Francesco Solimena, Aniello Falcone, e Marco Pino da Siena. Inoltre entrando nel Museo, che si estende per ben 3000 mq, si potrà scoprire, nella sala dei Preziosi, la rara Stauroteca del XII secolo custode di un frammento della Croce del Cristo e la tavola a tempera del Trecento con fondo d’oro, che rappresenta un ritratto dell’arcivescovo di Napoli Umberto d’Ormont.
Tavole, tele, affreschi, sculture, ori e argenti… tante le opere da ammirare, un tempo chiuse in depositi e casseforti, la cui disposizione mette in evidenza i momenti più salienti dei temi scelti, grazie al quale il Museo Diocesano diviene, secondo le parole di Sua Eminenza Crescenzio Sepe “…punto di riferimento sia per una sapiente rivisitazione della storia credente della Comunità locale espressa nella forma delle arti, sia per una lettura culturale altrettanto sapiente dell’oggi”.
I due percorsi, quello medioevale e quello barocco si completano, formano una sinergia unica che ci conduce lungo il filo della storia dell’arte napoletana in cui ritrovare le nostre radici e quelle della nostra fede.